Trippa e zampa (storiella fiorentina)

Firenze.
Un forestiero assai appetente va a satollarsi in una osteria del centro cittadino.
"Volere mangiare piatto gustoso proprio Fiorenza!!"
"La casca bene: trippa e zampa, il piatto del giorno".
Il forestiero, conquistato dal gusto, dopo essersi leccato i baffi e le sopracciglia, ordina un'altra porzione. Esce sazio e soddisfatto, si propone di non scordare il nome di tanta bontà. Ripete mentalmente: "Trippa e zampa... trippa e zampa...". In riva all'Arno, colpito dalla bellezza dei palazzi che si specchiano nel fiume, si distrae, e disperato esclama ad alta voce: "Avere perduto! Oh, povero me! Avere perduto parole!"
Un fiorentino servizievole, vista la disperazione dell'uomo, credendo che al forestiero fosse caduto qualcosa nel fiume, cerca a riva, inutilmente. "Mi sono ammollato fin la zampa ma 'unn ho trovato nulla".
"Oh! Zampa! Zampa... zampa. Altra perduta! Ahimè! Altra perduta!!"
Il buon samaritano cerca ancora a ripa di fiume. "Ma icché l'ha perso? Son fradicio fino alla trippa, ma qui 'un c'è nulla!"
"Eureka! Trippa... trippa!" e se ne va gioioso e contento saltellando: "Trippa e zampa! Trippa e zampa!"
L'uomo a guazzo scuote la testa, e convinto esclama: "Forestieri, tutti bischeri!"

Miriam Serni Casalini

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