Re Lampredotto
Se ne stava Re Filetto
ben pasciuto e riverito,
alla fine del banchetto
e pensò d'andare a caccia,
della tavola il Sovrano,
trascurando ogni minaccia.
"La dispensa ormai è sguarnita
ci vuol carne sopraffina
per la tavola imbandita!"
Perché ormai la festa è moscia,
gli invitati ancora han fame:
due lombate, qualche coscia!
Tutti avverte Campanello,
"Si va in groppa a scaloppine!
Porta l'armi Ser Girello!"
Ma se il Re è nella foresta,
Donna Sorra, la Regina,
voi mi dite con chi resta?
C'è Ser Muscol non temete
a difender Sua Maestà
e perfin Cappel di Prete.
Ma a fidarsi di prelati
e di forzuti poco svegli,
si rimane ognor gabbati!
Così avvenne di Filetto
e dei suoi più fidi amici,
di Scamon, Punta di Petto.
Perché vinca il buon sapore
che sprigionan le padelle,
ci vuol fegato e anche cuore!
Sale su dalla cucina
un esercito d'odori
che risveglia l'acquolina.
Centopelli in formazione,
vengon su dal quinto quarto,
comandate da Rognone,
mortai pieni di rigaglie,
con marmitte di animelle,
riso a bombe con frattaglie.
Ci son zampe, code e gole,
preannunciano il trionfo,
cantan lingue e testicciole!
Nulla è ormai la real difesa,
troppe perdite costate,
Magatel firma la resa.
Donna Trippa verso il trono,
porge il braccio al nuovo Re
che le dà una salsa in dono,
nido d'ape è il suo mantello
siede accanto al nuovo Re
coronato di cervello!
Perché vien dall'abomàso,
Lampredotto è il nuovo Re,
che non ha la puzza al naso!
Dino Stefano Bertelloni
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